La fotografia subacquea si divide in generi diversi, ci può essere quella sportiva, può servire per un reportage geografico, per fare ritratti subacquei. Come sapremo, il genere più utilizzato è la fotografia naturalistica. Ovvero, si intende fotografare animali marini e la flora spontanea nel loro ambiente naturale, paesaggi e ambienti
possibilmente incontaminati.
Le fotocamere subacquee
Una tra le fotocamere più utilizzate è della Nikon, presenta un mirino galileiano, molto compatta e maneggevole ma poco indicata per la macrofotografia. Una delle soluzioni migliori per la fotografia subacquea è la custodia stagna. Esiste in plexiglas e di professionali in pressofusione di lega di alluminio, tutti con i relativi oblò intercambiabili a seconda dell’ottica utilizzata. Scegliere tra reflex e compatta è personale. Sott’acqua la luce naturale è molto debole e filtrata dall’acqua assume un calo dei colori, difatti dopo pochi metri di profondità il colore rosso scompare. Indispensabile è avere dimestichezza con la tecnica del Fill-in, ovvero sapere dosare la luce artificiale con quella ambiente.
Imparare a fotografare sott’acqua
L’esposizione della luce varia dalla quantità di luce che illumina la scena che vogliamo riprendere, ma anche dalla quantità di luce che entra nel nostro obbiettivo. Per il tempo che entra, dalla sensibilità della pellicola, o dalla sensibilità che impostiamo sulla nostra fotocamera digitale. Comunque sia, in tutti i casi, se è pellicola o digitale i valori vengono espressi in ISO. Il tempo, i diaframmi e sensibilità (ISO) sono proporzionali. Ad ogni “scatto” di tempo sulla ghiera dei tempi, corrisponde uno “scatto” nella ghiera dei diaframmi. Ma a differenza delle pellicole, i sensori digitali delle reflex non hanno la sensibilità fissa, ma si può variare adattandola all’illuminazione dell’ambiente. Va detto che l’alta sensibilità riduce la qualità. Pellicole super sensibili hanno grana grossa e ridotta densità massima. Tutte le fotocamere si basano su due principi: tempi e diaframmi, con questi due si stabilisce la profondità di fuoco e la giusta esposizione.
Stabilizzazione dell’esposimetro
Per poter andare a stabilire la combinazione tempo e diaframma ci affidiamo all’esposimetro. Dunque, come si accennava l’esposimetro è lo strumento che occorre per andare a misurare la luce, tramite una scala con
indicati, per mezzo di un ago, di led luminosi, scale digitali.
Sistemi di lettura dei moderni esposimetri
Andiamo a vedere quali sono i sistemi di lettura degli esposimetri moderni:
- Lettura media, qui l’esposimetro calcola una media di tutta l’area inquadrata. Molto valido in situazioni di contrasti bassi e nei colori uniformi.
- Lettura semi spot, qui l’esposimetro misura la luce nell’area centrale della scena inquadrata. Molto valido nelle situazioni di contrasti e colori uniformi, a volte anche in casi in cui il soggetto è al centro del fotogramma.
- Lettura spot, qui l’esposimetro misura la luce in una piccola area centrale della scena inquadrata. Molto valido nei contrasti forti, si può misurare la luce in dei punti diversi e andare a scegliere quale sia il migliore.
- Lettura zonale, qui l’esposimetro misura la luce in tutta l’area inquadrata, dividendola in zone, da 9 a 24 e oltre, a seconda del modello di fotocamera, così da preferire l’area in cui il computer della fotocamera legge la precisa messa a fuoco. Molto valido nella maggioranza dei casi.
La profondità di campo
La profondità di campo è l’area definita come spazio a fuoco, in quanto non esiste uno spazio a fuoco, ma si può dire che esiste un punto a fuoco. Il punto di perfetta messa a fuoco non ha profondità. Esiste una profondità di fuoco, che più si chiude il diaframma e più questa aumenta. Più aumenta più il nostro occhio percepisce maggior nitidezza su diverse parti del fotogramma. Ecco perché è importante mettere a fuoco con precisione il punto di interesse. Il diaframma si utilizza a fini “creativi”, dato che non è detto che ottenere la maggior profondità di fuoco possibile sia sempre la soluzione migliore.
Oblò
La custodia impermeabile della nostra reflex avrà sicuramente la possibilità di cambiare gli oblò. Ma che cosa sono e a che servono? Questi oblò si dividono fondamentalmente in due categorie:
- oblò piani
- oblò semisferici
Gli oblò piano sono adatti alle ottiche macro essendo piani non annullano il fattore lente. Gli oblò semisferici, invece, annullano l’effetto lente e sono perfetti per i grandangolari, con questi si mantengono in acqua lo stesso angolo di campo che in aria. Per tutti e due gli oblò ci sono dei tubi estensori che si possono adattare a ottiche diverse. Un oblò buono serve a determinare una determinata lunghezza focale, gli oblò dedicati agli zoom sono un compromesso fra questi. Il “vetro” di entrambi i tipi può essere di due materiali: cristallo ottico e polimetacrilato. Il primo è decisamente più costoso è più difficile da graffiare, il secondo è molto più economico e leggero.
Flash manuale
Utilizzare un flash manuale è relativamente semplice, di solito tutti i flash sono muniti di una tabella che in base alla sensibilità impostata e alla distanza del soggetto indica il diaframma da utilizzare.
Flash automatico
I flash automatici sono dotati di una cellula che misura la luce riflessa dal soggetto e interrompe la durata del lampo a corretta esposizione. Questo funziona solo in situazioni particolarmente favorevoli.
Bilanciare la luce flash con la luce ambiente
Per bilanciare la luce del flash con quella ambientale si usa la tecnica del “fill-in”, soprattutto nelle fotografie subacquee “d’ambiente” dove lo scopo principale del flash è restituire il colore al soggetto. Perciò, si deve misurare con l’esposimetro la luce ambiente, impostare la fotocamera per andare a schiarire ombre troppo dure, per ravvivare i colori del primo piano. Ma anche per far risaltare un soggetto in forte controluce.
In conclusione
Dopo aver visto che attraverso obiettivi, luce, esposizione e una buona posizione dove scattare e porre il soggetto, è possibile far risaltare un aspetto od un altro dell’inquadratura. Perciò, il modo di presentare un concetto è più importante dello stesso concetto. Perciò, conoscere a fondo la tecnica e la composizione è solamente l’inizio, poi, per realizzare ottime foto subacquee si deve provare molte volte. Si deve conoscere la fotografia, la nostra macchina fotografica e i sistemi di utilizzo.