La luce che percepiamo e sfruttiamo per fotografare è composta da radiazioni di diversa ampiezza e lunghezza d’onda. Questa ampiezza di onda va a determinare l’intensità della luce, mentre la lunghezza d’onda determina il colore. Il colore di un oggetto, invece, è determinato dal tipo di luce che lo colpisce. La luce, però cambia al variare delle condizioni. La combinazione delle diverse lunghezze d’onda va a determinare la temperatura colore di una sorgente luminosa. Contrariamente all’occhio umano, la pellicola non permette di fare delle modifiche, registra le radiazioni che sono presenti. Perciò, quando utilizzeremo una pellicola programmata per una determinata temperatura di colore, ma con una sorgente di luce differente, l’immagine avrà delle sgradevoli dominanti. Perciò, in presenza di disequilibri cromatici, o di forti dominanti di colore, si utilizzano dei filtri per correggere la temperatura della luce. Andremo a vedere in questo articolo di cosa stiamo parlando.
Filtri per correggere la temperatura della luce
I filtri più utilizzati e conosciuti sono due:
- I filtri di conversione
- I filtri di correzione colore
I primi filtri, vanno a convertire la sensibilità cromatica della pellicola, ma che significa? In sostanza, i filtri della serie blu permettono di usare in luce artificiale pellicole tarate per luce diurna, di modo che potranno compensare le dominanti rosse. Invece, i filtri arancio consentono l’uso di pellicole tarate per luce artificiale in luce diurna, compensando le relative dominanti azzurre.
I filtri di correzione, che vengono chiamati CC, compensano le dominanti cromatiche portate da una sorgente luminosa diversa da quella per cui la pellicola è tarata. Vengono utilizzati da professionisti, perché il loro utilizzo è complesso, di solito ci si deve regolare a occhio. Questa tipologia di filtri è disponibile nei colori ciano, magenta, giallo, rosso, verde e blu, hanno densità crescenti espresse in punti.
Caratteristiche dei filtri
Tutti i filtri vanno a produrre un leggero slittamento del fuoco e una diminuzione della luce che arriva sulla pellicola, che solitamente è proporzionale alla densità e richiedono un aumento dell’esposizione detto fattore filtro, indicato da un numero seguito da una x.
Filtri sott’acqua
L’effetto filtro dell’acqua va ad assorbire la luce con lunghezza d’onda maggiore, per poi lasciare penetrare solo quelle radiazioni di lunghezza d’onda minore, e quindi maggiormente energetiche, che l’azzurro, il verde, il blu. Di solito, per andare a coprire la mancanza delle radiazioni colorate, utilizzeremo il flash. Però, a volte, utilizzare il flash potrà recare problemi, perché la portata del fascio luminoso è limitata, per cui ci troviamo a volte con un soggetto in primo piano ben illuminato e sufficientemente saturo contro uno sfondo scarsamente illuminato. Altro problema con il flash è riuscire a dosare il suo utilizzo. Perciò, potremmo usare filtri colorati sul flash o sull’obiettivo per ottenere effetti creativi, oppure di utilizzare leggeri filtri colorati per correggere la temperatura colore.
Teoria dei filtri subacquei
Un filtro CC si può utilizzare sott’acqua per attenuare le radiazioni indesiderate e trasmettere quelle volute per contrastare l’effetto filtro dell’acqua. In più, un filtro adatto bilancia l’intero spettro di radiazioni. In acqua chiara i colori quali rosso, il giallo e l’arancio si attenuano gradualmente, quindi lo spettro risulterà tendente al ciano/blu. Per neutralizzare questo fenomeno si deve aggiungere un filtro rosso, che va ad assorbire tutto quel blu in eccesso, permettendo l’equilibrio dello spettro. Per quanto riguarda le acque tropicali, quindi quelle azzurre e trasparenti, abbiamo bisogno di 12 unità CC di rosso per ogni metro che la luce percorre per arrivare in camera. Perciò, si capisce che occorre un filtro per ogni specifica profondità. Ma, invece, le macchine digitali sono dotate di un meccanismo, il bilanciamento del bianco, che serve per reagire ai cambiamenti della temperatura colore della luce. Ecco che questa opzione aggiunge flessibilità alla tecnica dei filtri, rendendoli una reale alternativa al flash.
Quale filtro acquistare?
Per cominciare a utilizzare un filtro subacqueo, si potrà comprare un filtro in gelatina CC. Solitamente è consigliato acquistare dei filtri magenta per le acque profonde, e uno rosso per quelle meno profonde. Mentre, per determinare la densità necessaria basta tenere presente i 12 punti per ogni metro percorso dalla luce. Un’alternativa alle gelatine può essere il filtro di conversione della serie ambra.
Il bilanciamento del bianco e del raw
Il bilanciamento del bianco è sostanzialmente un’elaborazione dell’immagine che la fotocamera compie, cioè va a modificare i colori per compensare gli squilibri nella temperatura colore della luce. Dunque, quando siamo sott’acqua, se saremo distanti dal soggetto la dominante blu sarà sensibile: perciò, il bilanciamento del bianco in modalità AUTO potrà rilevare questo slittamento sul blu e rimuoverlo. Difatti si consiglia di iniziare andando a usare il formato RAW. Dato che il formato RAW, permette di regolare manualmente, a posteriori, sul pc di casa, il giusto punto di bianco, se il risultato non è soddisfacente.
Illuminazione
L’illuminazione per scatti in luce ambiente sott’acqua è decisamente pari a quella a terra e del tutto differente dall’illuminazione della normale fotografia subacquea in grandangolo. Perciò, se andremo a usare un filtro in luce ambiente, la sola luce che abbiamo a disposizione è quella del sole. Perciò, è molto importante posizionarsi con attenzione per fare in modo di catturare la maggior quantità di luce, così faremo in modo di avere la luce che proverrà da dietro e andrà a illuminare la scena che vogliamo catturare. Altro consiglio riguarda la profondità, perché questa dei filtri è una tecnica principalmente dedicata ad acque poco profonde, difatti potrà funzionare meglio nei primi 10 metri.
Profondità del colore
Scattare fotografie con l’ausilio di un filtro opportuno permette di avere dei colori vividi che si estendono più in profondità rispetto a una ripresa con il flash. Questa differenza è dovuta alle distanze relative, la maggiore profondità del colore significa che, con i filtri, avremo immagini che difficilmente otterremmo con il flash.
In conclusione
Perciò, concludendo potremo dire che con l’uso dei filtri si consentirà di eliminare l’eccesso di accessori che implica la fotografia subacquea con flash. Soprattutto vedremo la reale differenza nell’illuminazione ottenuta con dei filtri appositi senza sfocare o sciupare lo sfondo, come potrebbe accadere con l’utilizzo del flash.